Oscar Di Maio, mattatore della comicità, erede della dinastia teatrale partenopea, indossando gli abiti più noti dell’avanspettacolo, lascia cadere la sua maschera svelandosi per ciò che realmente è: un meraviglioso attore completo capace di cantare, recitare, ballare ed emozionare come pochi sulla scena. Lo farà coadiuvato dalla formidabile coppia dei fratelli Salvetti e accompagnato dalla storica orchestra Fiscale diretta dal maestro Nunzio Ricci. Una carrellata di macchiette che partono da ‘ ’M’aggià curà ‘ ’ e arrivano a ‘ ’dove stà Zazzà’ ’. Uno spaccato sulla canzone di ‘ ’giacca’ ’ e una serie di quadri comici e sketch come nella migliore tradizione teatrale. La scena è composta da uno specchio e da bauli. Lo specchio, senza vetro, è rivolto alla platea e consente all’attore di guardare se stesso nel pubblico. Il baule è la sintesi della filosofia delle compagnie storiche teatrali, pronte a viaggiare, a spostarsi, a contenere i costumi e gli attrezzi di scena che sono l’anima stessa del teatro.